Sono evidenti gli effetti positivi generabili da una gestione lean dei processi organizzativi: sviluppo a tutti i livelli aziendali di una visione ampia di sistema, miglioramento dei processi aziendali attraverso l’eliminazione degli sprechi, valorizzazione del contributo delle persone che operano in azienda e promozione del benessere lavorativo. Ma l’ingrediente principale, al di là della cassetta degli attrezzi costituita dagli strumenti di analisi e mappatura specifici, è nel cambio di mindset che si produce in ciascun collaboratore.
Comprendere come il lean management sia un metodo di lavoro scientifico per generare miglioramenti organizzativi e innovazione e ancora più importante dopo il Covid, per la velocità dei mercati che richiede la costante innovazione dei nostri processi di lavoro.
Guardiamo infatti quelle che sono le competenze necessarie ai middle manager alla luce di quello che è accaduto negli ultimi due anni: è al centro la capacità di riorganizzare i processi in un’ottica di sistema, di risolvere problemi imprevisti grazie ad una visione strategica – oltre che operativa e tattica - che si può ottenere solo se si esce da una visione a compartimenti stagni di quel che avviene nell’organizzazione e si sviluppa una visione per processi, ampia e trasversale, ad ogni livello aziendale.
Ecco perché in ottica lean chi gestisce gruppi di persone agisce come vero e proprio agente del cambiamento. Viene messa a sistema la conoscenza accurata dei processi posseduta dai componenti del team, per compiere con metodo un lavoro generativo di soluzioni nuove, concrete e sostenibili nel tempo.
Da qui l’importanza di utilizzare metodi che passo dopo passo aiutino l’organizzazione e le persone ad immaginare, percepire il cambiamento in arrivo ed a dotarsi degli strumenti giusti perché si realizzi. Metodi che incidano anche a livello delle relazioni tra le persone per fare squadra, per spingersi a pensare in modo non convenzionale ed osare realizzare quel che da soli sembrava impossibile.