Nei contesti professionali e personali avanzano inarrestabili le soft skills, sempre più richieste e in taluni ambiti ritenute ancora più importanti delle competenze tecniche. Non solo: leader e manager del futuro non potranno prescindere dalla capacità di far sviluppare il potenziale delle persone, facendo proprie alcune abilità caratteristiche delle professioni di caretakers e coaches.
Le tecniche offerte dal business coaching devono diventare uno degli strumenti a disposizione del manager, funzionali nella gestione delle persone e nell’interazione personale.
In questi termini l’approccio del coaching non è ancora conosciuto con chiarezza e diffuso sufficientemente nelle imprese, anche di grandi dimensioni.
L’approccio del coaching, infatti, può concretamente e immediatamente fare la differenza in particolari momenti, nelle riunioni, nel decision making e problem solving.
Per questo motivo ICF International Coaching Federation - la più grande associazione professionale internazionale di coach, con oltre 31.000 membri in più di 141 nazioni - non solo si occupa di certificare figure professionali di coach aziendali, ma insegna ai manager delle aziende quando e come attuare gli strumenti del coaching nelle dinamiche lavorative quotidiane.
Lo scorso anno Servizi Confindustria Bergamo ha avuto il piacere di formare 20 dirigenti delle aziende associate con un percorso trasversale per potenziare per sviluppare la visione, l’intelligenza emotiva e applicare efficacemente i modelli di business.
Ciò che è emerso maggiormente dall’aula è stato il bisogno di apprendere come saper fare domande potenti ai propri collaboratori per raggiungere obiettivi condivisi.
Sulla scia di questo input proponiamo per quest’anno il percorso di formazione manageriale Gestire le Risorse Umane con gli strumenti del Business Coaching, in collaborazione con ICF Italia e in particolar modo con la presidente Giulia Astrella che sarà in aula come docente.
Parlando di intelligenza emotiva in termini golemaniani, Giulia sostiene che “il coaching è uno degli stili di leadership che ognuno dovrebbe possedere. Come nel golf, il giocatore ha una borsa con a disposizione mazze di diverso tipo, da utilizzare in base alle diverse situazioni in una stessa partita. Il leader deve saper capire in ogni momento della giornata quale stile deve adottare in una conversazione. Lo stile di coaching è risolutivo in gran parte delle situazioni cruciali che possono capitare in una giornata di lavoro”.
Il percorso non obbliga ma consente di acquisire la certificazione di primo livello tramite un esame.
Durante gli incontri si farà “molta pratica della teoria”. Verrà illustrato in quali casi bisogna o non si deve utilizzare il coaching, quali sono le competenze base di una metodologia, che in realtà diventerà un mindset: chi lo adotta, otterrà una crescita personale nel proprio modo di vedere le cose e ascoltarsi, per poi applicarlo sugli altri.
Lo stile di coach approfondisce le competenze che consentono di andare in profondità nella gestione della relazione. Ecco le principali: ascolto attivo e fiducia; sviluppare il coaching mindset; utilizzare la parte etica nella conversazione; evocare consapevolezza; saper sviluppare un piano d’azione; definire un obiettivo.
ICF definisce il coach come una partnership che si sviluppa con la conoscenza e l’applicazione delle competenze. C’è una struttura precisa della sessione di coaching per uscire con un piano d’azione preciso, applicabile in una sessione di 30 minuti tra il manager e il proprio collaboratore.
Dalla sessione emergono i punti fondamentali per definire un progetto tramite la relazione. Il metodo con cui si va in profondità fa la differenza e consente la definizione dell’obiettivo.
Il percorso prevede vere e proprie sessioni pratiche in cui i docenti accompagnano i discenti e forniscono un feedback immediato su come le competenze teoriche vengono applicate nell’esercitazione di coaching.
Come precisa Marcello Boccardo, coach e formatore, che condurrà la docenza con Giulia Astrella, il punto di partenza è il metodo socratico, situazionale, dalla risposta alla prima domanda si costruisce un percorso e chi pone le domande diviene “esperto di dinamiche”.
Boccardo porterà in aula casi reali e ne mostrerà le possibilità di evoluzione utilizzando lo stile del coaching o gli altri metodi. Anche le esperienze dei partecipanti diventeranno esempi e casi da risolvere, sempre mettendo le persone al centro.
Questa proposta formativa è consigliata particolarmente a chi ha la responsabilità di gestire una squadra e quindi di diventare moltiplicatore del metodo. Inoltre, a tutti coloro che hanno a che fare con gruppi, gestione delle performance, definizione di budget e obiettivi e in generale a chi nelle HR deve prevenire fenomeni come burnout squadra e quiet quitting.
Tanti manager hanno già totalmente cambiato il clima aziendale, modificando l’approccio senza essere più direttivi e sviluppando la capacità di contaminare positivamente.
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